Zaha Hadid Architects realizzerà il Grande Ospedale della Malpensa 

Lo studio <a href="https://arte.sky.it/news/2025/museo-zaha-hadid-architects-arabia-saudita" target="_blank">Zaha Hadid Architects</a>, in team con RINA (capogruppo), Studio Plicchi, WSP, STI Engineering e BC Building Consulting ha vinto il concorso del nuovo Grande Ospedale della Malpensa. Il progetto – che nasce come uno dei più importanti investimenti strategici per la sanità lombarda degli ultimi anni – ha un obiettivo ambizioso: accorpare gli ospedali di Gallarate e Busto Arsizio in un unico polo capace di servire quasi un milione di abitanti nell’area compresa tra Milano e Varese. Commissionato dall’Agenzia di Tutela della Salute della Regione Lombardia, il progetto risponde alle esigenze in evoluzione della Valle Olona, puntando su una struttura flessibile e adattabile, capace di integrare nuove tecnologie mediche senza compromettere l’efficienza operativa. 
<h2>IL PROGETTO DI ZAHA HADID ARCHITECTS PER IL GRANDE OSPEDALE DELLA MALPENSA</h2>
Dal punto di vista funzionale, il complesso include un edificio compatto di cinque livelli fuori terra e un piano interrato, per una superficie complessiva di circa 90mila metri quadrati. Gli spazi sono organizzati per intensità di cura, con un grande blocco operatorio multifunzionale che integra sale chirurgiche, radiologia, diagnostica e interventistica, affiancato da aree di emergenza e terapie intensive. Accanto a questi trovano posto reparti di degenza, ambulatori, servizi di primo e secondo livello, aree dedicate alla salute materno-infantile, laboratori, spazi per la riabilitazione e una complessa rete logistica. Ogni ambiente è progettato per essere riconfigurato nel tempo, grazie a un sistema modulare che consente rapide trasformazioni. Fondamentale è la separazione dei flussi: percorsi distinti per pazienti, visitatori, personale e merci riducono interferenze e rischi sanitari, supportati da ascensori dedicati e da un sistema di distribuzione automatizzato che ottimizza tempi e sicurezza.
<h2>SOSTENIBILITÀ E APPROCCIO “HUMAN CENTERED”</h2>
A rendere il progetto realmente innovativo è però l’approccio profondamente human-centred e sostenibile. Al piano terra, una “Main Street” pubblica attraversa l’edificio collegando l’ingresso principale a piazze, giardini e spazi aperti, trasformando l’ospedale in un luogo accessibile e integrato con la vita quotidiana. La luce naturale, il comfort acustico, la privacy e la qualità degli interni sono elementi centrali nella progettazione, così come la presenza di corti verdi, giardini terapeutici e terrazze panoramiche dedicate alla riabilitazione e al benessere di pazienti e operatori. Inserito in un contesto ambientale di grande pregio, il campus preserva i boschi esistenti e valorizza la storica Cascina dei Poveri, integrandola come spazio di incontro per la comunità. 
[Immagine in apertura: ZHA, Grande Ospedale della Malpensa. Render by X Universe]

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A Brno il progetto che rivoluziona il tradizionale mercatino di Natale

È stato inaugurato ufficialmente lo scorso 9 dicembre a <a href="https://arte.sky.it/news/2024/brno-piazza-consequence-forma-architects" target="_blank">Brno</a>, in Repubblica Ceca, la prima edizione del Christmas Festival of Bad Habits (in italiano, Festival Natalizio delle Cattive Abitudini). Un nome indubbiamente particolare per un progetto che punta a coniugare arte, meditazione, accessibilità e rigenerazione urbana. L’idea che anima l'originale iniziativa è reinventare la tradizione del mercato natalizio, spostando l’attenzione dall’anima consumistica che caratterizza il periodo delle vacanze invernali.
Il progetto nasce dalla collaborazione tra <a href="https://arte.sky.it/archivio/2015/05/mostra-fashion-as-social-energy-palazzo-morando-milano" target="_blank">Kateřina Šedá</a>, artista originaria proprio di Brno, e lo studio di architettura Peer Collective, che ha sede ad appena 3 chilometri da Římské Náměstí, la piazza dove si svolge il festival. Si tratta di un angolo della città morava a lungo trascurato, benché situato a pochi passi da una delle principali arterie del centro. Fino al prossimo 31 dicembre, la piazza accoglierà una serie di diciotto installazioni aperte a visitatori e passanti, invitandoli a rallentare e riflettere sulle proprie abitudini quotidiane e su come cambiarle.
<h2>IL FESTIVAL NATALIZIO CHE INVITA A RIFLETTERE SULLE CATTIVE ABITUDINI</h2>
La genesi dell’inusuale manifestazione è da rintracciare nella National Collection of Bad Habits, il progetto artistico attraverso cui Kateřina Šedá ha creato negli anni una sorta di “mappa” delle abitudini e delle debolezze dei suoi concittadini. L’opera concettuale è stata quindi tradotta dagli architetti di Peer Collective in una struttura minimalista, che ricalca quella delle scenografie teatrali. Nel cuore della piazza di Brno è stata installata una serie di tralicci modulari, da cui scendono dei grandi tendaggi in tessuto bianco e rosso.
Questa architettura “morbida” suddivide lo spazio urbano in una sequenza di ambienti, aperti al pubblico e intimi al tempo stesso. Con l’arrivo del buio, sui tessuti vengono proiettate le testimonianze raccolte per il progetto dell’artista, trasformando la piazza in una grande galleria a cielo aperto. Attraverso le parole dei partecipanti, ciascun visitatore può rivivere situazioni spiacevoli sperimentate sulla propria pelle, trovando nel confronto con gli anonimi soggetti delle installazioni lo stimolo per abbandonare le proprie cattive abitudini.
<h2>A BRNO UNO SPAZIO INEDITO TRA ARCHITETTURA E ARTE SOCIALE</h2>
Oltre al confronto con le esperienze degli altri, il festival si propone come spazio accessibile e partecipativo. All’interno dell’area sono infatti allestite sei speciali cabine, che rappresentano dei confessionali laici, installati simbolicamente in sostituzione delle tradizionali bancarelle. Al loro interno, invece di scambiare denaro in cambio di oggetti da regalare, è possibile condividere le proprie esperienze e i buoni propositi per il nuovo anno alle porte. L'esperienza si conclude passando attraverso una delle tende rosse, metafora visiva dell’avvenuta trasformazione.
In fase di progettazione, si è inoltre scelto di porre grande attenzione all’accessibilità fisica all’evento. La pavimentazione della piazza è stata attentamente livellata con una speciale ghiaia, per consentire la partecipazione anche ai visitatori che si muovono con la sedia a rotelle. L’obiettivo è dare vita a un festival in cui “l'architettura non è uno sfondo, ma una cornice per eventi che non esisterebbero senza la presenza umana”, come sottolineato dai responsabili dello studio Peer Collective. Il risultato è un’iniziativa originale, che mira a riportare al centro delle feste di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/mostre-chiusura-natale-2025" target="_blank">Natale</a> uno spirito di pura condivisione ed empatia, attraverso quello che la stessa Šedá definisce come “uno spazio che offre l'opportunità di rallentare, respirare e trovare un po' di pace interiore”.
[Immagine in apertura: Peer collective, Katerina Seda, Bad Habits. Ph.: Matej Hakar]

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