Durante il cantiere, il Real Albergo dei Poveri di Napoli si apre all'arte

Tra i più imponenti ed estesi complessi architettonici della Napoli del Settecento, il Real Albergo dei Poveri è attualmente oggetto di un ambizioso progetto di rigenerazione, che dovrebbe concludersi nel 2026. L'intervento, finalizzato alla realizzazione di un polo artistico e culturale, sta riportando alla luce strutture, ambienti a lungo inaccessibili e dettagli dell'enorme palazzo. In parallelo con i lavori in corso, in via eccezionale sono attualmente visitabile gli spazi del Refettorio monumentale: si tratta della prima volta e accade grazie alla mostra Ancora Qui. Prologo. L’Albergo dei Poveri e la Memoria delle Cose. 
<h2>NEL REAL ALBERGO DEI POVERI DI NAPOLI ARRIVA L’ARTE CONTEMPORANEA </h2>
L’esposizione è curata da Laura Valente nell'ambito del programma Napoli 2500, promosso dal Comune di Napoli per rendere omaggio ai 2500 anni di storia della città. Accessibile fino al 2 marzo 2026 (in forma gratuita, su prenotazione), la mostra anticipa la futura rinascita del complesso, la cui restituzione alla città è appunto prevista a partire dalla metà del prossimo anno. Proprio nel corso del cantiere, gli archeologi e i restauratori hanno riportato alla luce numerosi oggetti appartenuti agli antichi ospiti della struttura: scarpe di adulti e bambini, piatti, bicchieri, caffettiere, posate, letti, valigie, macchine da scrivere e documenti militari. Reperti che la mostra Ancora Qui. Prologo. L’Albergo dei Poveri e la Memoria delle Cose rilegge con un approccio narrativo e civile, mettendoli in dialogo con una serie di interventi artistici contemporanei. Tra questi, le opere di Norma Jeane, Antonella Romano, <a href="https://arte.sky.it/news/2025/morte-fotografo-mimmo-jodice" target="_blank">Mimmo Jodice</a> e Luciano Romano, che con linguaggi diversi interpretano il tema della memoria e del “saper fare” che caratterizzò la storia di questo luogo, che fu impiegato per l'accoglienza dei bisognosi. Il percorso della mostra affronta anche aspetti meno noti del passato del Real Albergo dei Poveri: dal ruolo dei donors, come la famiglia Rothschild nel 1874, alle rigide pratiche del periodo, inclusa la disciplina imposta alle giovani ospiti. Arricchiscono l’allestimento un testo originale di Viola Ardone e una colonna sonora di Massimo Cordovani, costruita con voci d’archivio e sonorità contemporanee.
<h2>LA STORIA DEL REAL ALBERGO DEI POVERI DI NAPOLI</h2>
Voluto nel 1751 da Carlo di Borbone e Maria Amalia di Sassonia e progettato da Ferdinando Fuga, l’Albergo dei Poveri nacque come grande infrastruttura sociale destinata a ospitare, formare e avviare al lavoro migliaia di indigenti del Regno. Padre Gregorio Maria Rocco, una delle figure più influenti del suo tempo, contribuì in modo determinante alla sua crescita, sostenendone la missione educativa e assistenziale. Nei secoli, tra queste mura trovarono accoglienza orfani, abbandonati, figli di condannati; qui le donne, spesso invisibili, diedero vita a laboratori di guanti, fiori e spilli, vera forza produttiva dell’istituto. Tuttavia, la storia del complesso conserva anche ombre legate ai rigidi modelli sociali dell’epoca. Rimasto incompiuto, il “gigante” di via Foria si sta ora avviando verso una nuova fase.
[Immagine in apertura: foto © Luciano Romano]

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Tutto pronto a Vienna per la grande mostra dedicata ai maestri del disegno

Inaugurerà l’11 dicembre a Vienna l’attesa mostra Fascination Paper. Rembrandt to Kiefer, dedicata all'impatto profondo dei supporti cartacei nella storia dell'arte. Allestita negli spazi del prestigioso <a href="https://arte.sky.it/news/2025/jenny-saville-gaze-catalogo-albertina-museum-vienna" target="_blank">Albertina Museum</a>, l’esposizione raccoglie opere provenienti da diverse collezioni dell’istituzione viennese per evidenziare il ruolo centrale della <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/03/artisti-carta-libro" target="_blank">carta</a> in sei secoli di creatività.
La mostra, che resterà aperta al pubblico fino al prossimo 22 marzo, mira a restituire una panoramica multidisciplinare, spaziando dalle stampe rinascimentali ai plastici in cartone realizzati a inizio Novecento dall’architetto austriaco <a href="https://arte.sky.it/news/2025/saggio-biografie-41-architetti-manuel-orazi-giometti-antonello" target="_blank">Adolf Loos</a>. Attingendo al ricco patrimonio di opere cartacee custodite nelle sue diverse collezioni, l’Albertina rende così omaggio a un supporto che ha svolto una funzione essenziale in diversi campi artistici, accompagnando il pubblico in un viaggio che attraversa epoche, stili e discipline anche molto distanti tra loro.
<h2>L’ALBERTINA MUSEUM CELEBRA IL “FASCINO” DELLA CARTA NELL’ARTE</h2>
Per evidenziare l’importanza e la versatilità del medium cartaceo, il corpus di opere in mostra a Vienna includerà incisioni, disegni e studi preparatori firmati da grandi artisti del passato e del presente. Una delle opere più importanti tra quelle esposte è La sommersione del faraone nel Mar Rosso di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/mostra-tiziano-villa-cusani-carate-brianza" target="_blank">Tiziano Vecellio</a>. Si tratta della complessa rappresentazione xilografica della celebre scena biblica, suddivisa in ben dodici fogli. Assolutamente notevole è poi l’Autoritratto ad occhi spalancati, un’acquaforte risalente al 1630, considerata uno dei capolavori del maestro olandese <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/02/mostra-rembrandt-grafica-musei-vaticani" target="_blank">Rembrandt</a>.
L’ampio spettro di indagine proposto dalla mostra Fascination Paper si estende fino al XX secolo, grazie alle opere di artisti come <a href="https://arte.sky.it/news/2025/lucio-fontana-biografia-paolo-campiglio-johan-levi" target="_blank">Lucio Fontana</a>, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2015/06/acri-museo-maca-blu-klein-fontana-mostra" target="_blank">Yves Klein</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/2025/anselm-kiefer-mostra-amsterdam-van-gogh-stedelijk" target="_blank">Anselm Kiefer</a>. Non mancheranno inoltre lavori contemporanei, ideati per mettere alla prova i limiti fisici e concettuali del medium cartaceo. Tra questi, spiccano l’installazione immersiva OUT OF CONTROL_REVISITED dell'artista viennese Birgit Knoechl, e Perimetros (Ceiba), opera di Johanna Calle realizzata assemblando numerosi fogli di testo dattiloscritto per ricreare il profilo di un grande albero.
<h2>IN MOSTRA A VIENNA I CAPOLAVORI DI TIZIANO, REMBRANDT E KIEFER</h2>
L’esposizione in programma nelle prossime settimane nella capitale austriaca rappresenta un’occasione unica per ammirare una selezione di tesori dell’Albertina Museum. Il museo viennese possiede infatti una delle più grandi e importanti <a href="https://arte.sky.it/news/2023/mostra-stampa-artistica-andy-warhol-damien-hirst-albertina-vienna" target="_blank">collezioni di opere su carta</a> al mondo, composta da oltre 60mila disegni e un milione di stampe d’autore. L'istituzione fu fondata nel XVIII secolo proprio per preservare i migliori lavori di stampa e arte grafica .
L’allestimento della mostra può così contare sull’apporto offerto da tre diversi fondi museali: la Collezione di Arte Grafica, la Collezione di Architettura e la Collezione di Arte Contemporanea. Grazie all’esposizione di opere che occupano un posto speciale nella storia dell’arte, molte delle quali esposte raramente prima d’ora, la rassegna illustra in modo vivido l’importanza cruciale per l’evoluzione dei linguaggi artistici di un materiale leggero e versatile come la carta. 
[Immagine in apertura: Johanna Calle: Perimetros (Ceiba), 2013/14, single sheet: 83 × 41.3 cm, overall dimensions: 249 × 415 cm, Typescript on old notarial paper (The ALBERTINA Museum, Vienna | Courtesy Galerie Krinzinger and Johanna Calle. Photo: J.P. Gutierrez. Copyright Archivos Perez & Calle)

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