Il kimono (maschile) si mette in mostra a Venezia

A Venezia, il Museo di Palazzo Mocenigo torna a volgere lo sguardo a Oriente, con una mostra che promette di riscrivere la geografia del gusto e della storia del tessuto: Il kimono maschile. Trame di vita, racconti di stile. 
Fino al 4 aprile 2026, nelle sale del Centro Studi di Storia del Tessuto, del Costume e del Profumo, prende vita un itinerario che – curato da Silvia Vesco e Lydia Manavello, in collaborazione con il Museo d’Arte Orientale di Venezia – esplora l’eleganza maschile giapponese. Accanto ad Haori e Nagajuban della fine dell’Ottocento e del primo Novecento, molti mai esposti prima, prende forma un racconto nel quale il <a href="https://arte.sky.it/foto/arte/mostra-kimono-prato" target="_blank">kimono</a> maschile diventa un dispositivo narrativo in cui la sobrietà esteriore cela universi segreti.
<h2>LA STORIA DELLA MODA GIAPPONESE MASCHILE IN MOSTRA A VENEZIA</h2>
È osservando la parte interna del kimono (il cosiddetto ura moyō, il “motivo sul retro”) che la mostra trova una delle sue rivelazioni più intriganti. Le fodere dei capi, trasformate in manifesti personali nell’epoca moderna, parlano una lingua intima e al tempo stesso universale. Le dieci sezioni del percorso svelano temi che oscillano dalla spiritualità ai miti popolari, dalla storia antica al fervore delle riforme Meiji, passando per crisi economiche e simboli della modernizzazione. Tra divinità shinto-buddhiste, samurai, proverbi e leggende del teatro Nō e Kabuki, l’abito maschile emerge come specchio di una raffinatezza discreta, dove l’eleganza non si proclama ma si suggerisce. Ogni motivo, ogni pennellata di colore, ogni scena nascosta sulla seta diventa un tassello di identità: un codice segreto attraverso cui l’uomo giapponese del primo Novecento definisce cultura, appartenenza, stile. 
<h2>L’ARTE DEL KIMONO MASCHILE </h2>
Il viaggio prosegue tra suggestioni artistiche inattese: le opere delle grandi scuole pittoriche – dalle atmosfere liriche di Utamaro ai paesaggi fluidi di <a href="https://arte.sky.it/news/2023/mostra-paesaggi-hokusai-hiroshige" target="_blank">Hiroshige</a>, dalle nature pulsanti di Jakuchū alla modernità decorativa di Sekka – entrano nel tessuto stesso del kimono, trasformandolo in una galleria portatile. Accanto a esse, un insolito sguardo sul mondo dei bambini testimonia l’entusiasmo per l’Occidente: piccoli kimono decorati con treni, sport, simboli militari, veri manifesti della modernità nipponica. La natura, come sempre nel mondo giapponese, rimane presenza guida: fiori, onde, animali, paesaggi diventano frammenti filosofici cuciti sulla superficie. E poi la modernità degli Omoshirogara, i “motivi bizzarri” degli anni Trenta e Quaranta, che celebrano progresso, propaganda, scambi globali.
[Immagine in apertura: kimono]

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Dopo due anni, riapre ad Ancona la Pinacoteca Civica

Dopo due anni di attesa e attenti restauri, la Pinacoteca Civica “Francesco Podesti” di Ancona torna finalmente a spalancare le sue porte, restituendo alla città un capitolo fondamentale della propria identità culturale. Il nuovo allestimento delle sale permanenti accoglie i visitatori con un percorso ripensato in chiave cronologica e narrativa, riportando alla luce capolavori che attraversano cinque secoli di arte italiana, dalla preziosa Madonna con Bambino di Carlo Crivelli alla Pala Gozzi e alla Crocifissione di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/tiziano-impero-colore-programmi-tv-28-agosto" target="_blank">Tiziano</a>, fino alla Pala dell’Alabarda di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/lotto-berenson-destini-incrociati-programmi-tv-23-ottobre" target="_blank">Lorenzo Lotto</a> e all’intensa Immacolata del <a href="https://arte.sky.it/news/2024/mostra-guercino-scuderie-quirinale-roma" target="_blank">Guercino</a>. Con questa attesa riapertura – che coincide con la candidatura di Ancona a <a href="https://arte.sky.it/news/2025/capitale-italiana-cultura-2028" target="_blank">Capitale italiana della Cultura 2028</a> e alla nuova edizione del Premio Marche – l’intera città si riappropria diun tassello della propria storia.
<h2>RIAPERTA LA PINACOTECA CIVICA DI ANCONA</h2>
Il restauro del percorso espositivo è il risultato di un articolato lavoro interdisciplinare. Progettato dall’architetta Carla Lucarelli, l’allestimento rilegge gli ambienti con eleganza contemporanea: boiserie sobrie, contropareti pensate per integrare gli impianti e nuove luci LED a elevata resa cromatica che illuminano senza aggredire, valorizzando le sfumature più intime della pittura antica e moderna. Il progetto scientifico, sviluppato in sinergia tra Stefano Zuffi, Luigi Gallo e l’assessore Marta Paraventi, ha ridisegnato il racconto museale: 133 opere sono ora esposte in sale che ne migliorano la leggibilità, mentre oltre 600 trovano posto nei depositi climatizzati del terzo piano. Spiccano i capolavori veneti, le preziose testimonianze marchigiane e le opere moderne legate alla storia stessa della Pinacoteca, tra cui il corpus ampliato di Francesco Podesti e il suggestivo Ritratto di donna della famiglia Ferretti. Attenzione particolare è dedicata all’accessibilità: grazie alla collaborazione con il Museo Tattile Statale Omero, pannelli, riproduzioni tattili e un apparato didattico bilingue rendono il museo un luogo inclusivo, pensato per accogliere ogni tipo di pubblico.
<h2>PRESTO ANCHE MOSTRE TEMPORANEE NELLA PINACOTECA CIVICA DI ANCONA</h2>
Complessivamente sono ora esposte 133 opere, mentre oltre 600 lavori sono conservati nei nuovi depositi attrezzati del terzo piano, con sistemi di climatizzazione e sicurezza integrati. Ma la rinascita della Pinacoteca non si limita alle sue mura, ma si inserisce in “un vero percorso culturale museale integrato”, ha dichiarato l’assessore Marta Paraventi, “che dalla Mole Vanvitelliana arriva alla Via Maestra, e si snoda dal Teatro delle Muse alla Pinacoteca, fino al Museo Archeologico, l’Anfiteatro e il Museo diocesano, includendo piazze storiche e chiese vanvitelliane”. Dal 2026 il museo sarà anche in grado di ospitare grandi mostre temporanee, arricchendo ulteriormente l’offerta cittadina e consegnando ad Ancona un polo culturale rinnovato.
[Immagine in apertura: Pinacoteca Civica “Francesco Podesti” di Ancona. Ph. Emanuela Pisano]

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